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La riforma della Medicina Generale e le Case di Comunità

  • Immagine del redattore: Perugia per la Sanità Pubblica
    Perugia per la Sanità Pubblica
  • 8 mag
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 9 mag

FIMMG Umbria


FIMMG Umbria è seriamente preoccupata di come verrà attuata, anche nella

nostra regione, la riforma della Medicina Generale.

Il rischio di una perdita del rapporto di fiducia medico-paziente, della

capillarità del servizio degli studi medici versus un concentramento degli

stessi nelle Case di Comunità, di creare delle “scatole vuote”.

In Umbria dovrebbero essere attivate 22/23 CdC, vorremmo ricordare che

nella nostra regione ci sono 92 comuni (59 a Perugia e 39 a Terni).

Se si vorrà concentrare l’assistenza territoriale nelle CdC come si potranno

raggiungere tutti i nostri cittadini? Soprattutto i più fragili!

Emblematica la situazione di Perugia che vede due CdC, una a Ponte San

Giovanni e la seconda a Monteluce.

I cittadini che abitano a Pila, Castel del Piano, Madonna Alta, San Sisto o più

lontano come faranno se il proprio Medico di Medicina Generale sarà

obbligato a ridurre le ore che oggi lavora in prossimità dei suoi assistiti per

recarsi negli ambulatori delle due CdC?

È chiaro che chi ne farà le spese saranno proprio i cittadini/pazienti più

fragili…

Chiediamo alle istituzioni un confronto serio, basato sulla realtà dei bisogni

assistenziali, non su soluzioni affrettate che rischiano di smantellare un

sistema che ancora regge, nonostante tutte le difficoltà.

La medicina generale deve essere potenziata, non distrutta. Non servono

riforme che cancellano il legame tra medico e paziente, servono investimenti,

programmazione e soluzioni che rendano la professione attrattiva per i

giovani, senza privare i cittadini del diritto a una cura personalizzata.

La sanità pubblica è di tutti. Difendiamola insieme.


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